Recensione del romanzo d’esordio Prua – L’eternità di un amore indefinito, scritto da Giulia Cauteruccio, che tratta il tema della Guerra in Siria, comprese le conseguenze su chi l’ha vissuta.

Un racconto che si legge in un pomeriggio o una serata, tutto d’un fiato, come i pensieri e i ricordi della protagonista che si susseguono senza sosta (e senza un ordine cronologico) tra una pagina e l’altra.

Il risultato, tuttavia, l’ho trovato piuttosto deludente e in questo articolo spiego il perché.

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Titolo: Prua – L’eternità di un amore indefinito

Autore: Giulia Cauteruccio

Editore: Pathos Edizioni

Collana: Orofino

Genere: Narrativa contemporanea

Anno di Edizione: 2021

Pagine: 146 pp., Brossura

ISBN: 9791280201225

Voto: 📕📕 e mezzo/5

Guerra in Siria: partiamo dal contesto

Prima di addentrarmi nella mia personale opinione sul romanzo, vorrei fare una premessa che riguarda il tema centrale, ovvero la Guerra in Siria, una delle tante situazioni drammatiche che causato la morte di centinaia di persone, oltre a feriti e traumatizzati.

La Guerra in Siria ha preso l’avvio nell’2011, quando manifestazioni pacifiche, parte della Primavera Araba, si sono scontrate con la brutale repressione del regime di Bashar al‑Assad. Da lì, il conflitto è degenerato, coinvolgendo più schieramenti: il governo siriano sostenuto da Russia, Iran e milizie come Hezbollah, varie fazioni ribelli (alcune appoggiate dalla Turchia), i curdi (SDF) e gruppi jihadisti tra cui al‑Qaeda/Hayat Tahrir al‑Sham e l’ISIS.

L’ISIS ha fatto la sua comparsa nel 2014, conquistando ampie porzioni di territorio in Siria e Iraq. Grazie al supporto aereo e tattico degli Stati Uniti — nell’ambito dell’operazione Inherent Resolve — e alle milizie curde (SDF), il gruppo fu smantellato territorialmente entro il 2017. Tuttavia, l’ISIS non è stato completamente sconfitto: oggi conta tra 1.500 e 3.000 miliziani che operano come cellule dormienti, pronti a colpire nuovamente.

Il coinvolgimento statunitense, per bloccare l’ISIS e supportare le forze curde nella Guerra in Siria, ha inflitto migliaia di vittime. Secondo il Syrian Observatory for Human Rights, i raid della coalizione guidata dagli USA hanno provocato oltre 12.800 morti, gran parte combattenti ISIS ma anche circa 2.700 civili tra il 2014 e il 2024.

In totale, si stima che la Guerra in Siria abbia causato tra i 500.000 e i 656.000 morti e ne oltre 13 milioni di sfollati, tra interni ed esterni. Ad oggi, il Paese resta frazionato: il regime controlla circa i due terzi del territorio, i curdi possiedono ampie regioni nel nord‑est, mentre ribelli e milizie jihadiste resistono nel nord‑ovest.

Nonostante il clima post‑Assad e la timida ripresa di alcuni sfollati, i bombardamenti IS occasionali (come l’attacco suicida di giugno 2025 contro una chiesa di Damasco che ha causato 22–25 morti) testimoniano quanto sia fragile la sicurezza. Il futuro rimane incerto: la Siria è una polveriera diplomatica e umanitaria, con un bisogno urgente di ricostruzione, riconciliazione e stabilità.

Prua – L’eternità di un amore indefinito di Giulia Cauteruccio

Il romanzo/racconto di Giulia Cauteruccio si inserisce proprio in questo contesto: la protagonista è Prua, una giovane donna siriana fuggita da una realtà tremenda dove ha perso tutto, tra affetti, libertà e innocenza.

Giunta in Italia, sembra adattarsi abbastanza in fretta, ma nonostante la vita abbia cominciato a sorriderle, attraverso il matrimonio con Franco e la nascita del figlio Riccardo, la sua mente e il suo cuore sono rimasti a quei giorni tumultuosi del Paese natìo.

La sua principale nostalgia, infatti, è legata al soldato americano Adrian, di cui si è innamorata perdutamente, senza mai essere ricambiata. Un amore che non riesce proprio a lasciare andare e vive nelle pieghe dei suoi ricordi e fantasie, senza il coraggio di voltare pagina in modo definitivo.

Parere personale sul romanzo che tratta la Guerra in Siria

A parer mio, se il romanzo Prua si fosse presentato come la storia di una donna qualsiasi che ripensa ad un amore perduto e mai corrisposto, l’avrei trovato più convincente e godibile, perché l’autrice Giulia Cauteruccio ha una penna coinvolgente e poetica.

Grazie ad uno stile elegante, onirico e leggero, è capace di trasportarci nel flusso di coscienza della protagonista, come una danza tra ricordi e fantasie dai contorni sfumati, che evocano emozioni sofferte, nostalgie e la forza di guardare avanti.

Il problema, secondo me, è stato proprio quello di aggiungere il tema della Guerra in Siria, raccontata da chi questo evento non l’ha mai vissuto sulla propria pelle, non sa davvero cosa voglia dire avere il terrore di uscire di casa, sentire il sibilo delle bombe sopra la testa, il dolore di perdere tutto e la necessità di scappare in un luogo dove non si conosce niente.

Qual è il risultato? Da cosa si comprende questo limite? Dal fatto che la storia riprende cliché narrativi rivisti al cinema, affrontandoli in superficie e senza mai renderli autentici. Prua e i suoi connazionali spendono due parole su come sia nata la Guerra in Siria, come se le vicissitudini politiche non li tangessero minimamente. Si sa solo che gli Americani sono venuti a dare una mano e le donne non possono più uscire di casa.

L’ossessione di Prua per Adrian va oltre tutto e diventa surreale: oltre il trauma di aver subito uno stupro di gruppo, oltre l’aver perso casa e famiglia nella Guerra in Siria (i personaggi semplicemente spariscono), oltre l’essersi trasferita in Italia.

Fra l’altro, a proposito di quest’ultimo punto, non si percepisce minimamente la difficoltà di Prua nell’adattarsi ad una cultura completamente diversa dalla sua: impara la lingua in brevissimo tempo e senza sforzi, dopo pochi mesi già si esprime come i ragazzi che qui ci sono nati, scrive persino un diario (in italiano o in arabo, dato che aveva già iniziato a scriverlo nel suo Paese?) che presenta ad una casa editrice in Italia, dà un nome italianissimo al figlio, senza spiegarne le ragioni, viene assunta come segretaria in uno studio di architettura solo perché si presenta vestita bene e il figlio Riccardo la detesta senza motivo.

In sostanza, questo libro a parer mio non rende giustizia a chi quegli orrori li ha vissuti davvero, perché non dà voce alle reali difficoltà incontrate e alle conseguenze sulla propria persona. Mi è già capitato di leggere biografie del genere e le emozioni autentiche dei sopravvissuti escono con forza dalle pagine, per stringerci il cuore e farci riflettere sopra per giorni, perché sono vere e non costruite ad hoc per rincorrere il successo.

Ecco altri libri consigliati sul tema “fuga dalla sofferenza per un futuro migliore”: Stanotte guardiamo le Stelle di Alì Ehsani, La Gabbia d’Oro di Shirin Ebadi e La Sposa Bambina di Nojoud Ali.

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